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al testo proposto da Francesca Grasso
tratto da: Pagine inedite di Giorgio Caproni
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Sono mesi, forse anni che non ricevo più mie notizie. Ho finito col perdermi totalmente di vista, con lo smarrirmi nel labirinto delle informazioni. (Non ho ancora tribolato abbastanza per meritarmi la convinzione ch’io nel mondo conto meno che nulla? Finirò, cuore agro e spaventato, di occuparmi di me stesso per pensare un poco anche al prossimo?). (Intanto ho fatto una scoperta: sono terrorizzato dall’idea di poter essere ucciso dagli uomini. Tutta la montagna del mio egoismo si rovescia contro questo diritto altrui ch’io mi rifiuto di conoscere. Non so se la notizia d’una morte naturale m’incuterebbe lo stesso orrore. Nessuna di tali cose si può dire finché non se ne ha la prova). (Un’altra informazione su di me: sono un uomo cui un fucile spianato, o anche il timore della possibilità di ciò, può far retrocedere, anzi senz’altro fa retrocedere. Non dico in guerra, di fronte a un plotone nero. Mi pare perciò che sia proprio inutile, ormai, ch’io pensi ancora alla possibilità di lasciare qualche eterna parola).
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